Trovo complicato giudicare questo film. Dal punto di vista estetico è fatto sicuramente bene e tratta un tema interessante e coinvolgente. Quello che mi ha reso poco convincente questo film, esattamente come per "Romanzo Criminale", sono le troppe cose e i troppi eventi mescolati assieme con un pò troppa faciloneria, senza amalgama e senza trovare i tempi giusti. Il risultato finale a me sà molto di incompiuto e raffazzonato. Anche la caratterizzazione dei protagonisti credo sia riuscita solo parzialmente (ad esempio, ho trovato un pò eccessive le tonalità diciamo "colorate" assegnate a Baader) e si è davvero dato poco spazio ai ruoli e ai legami (personali e gerarchici all'interno dell'organizzazione) tra i protagonisti. Questo proprio per dare più spazio alla moltitudine di singoli eventi riportati dal film. Diciamo che merita comunque la sufficienza, perchè nel suo piccolo è un buon film-documento.
Il film è strepitoso, senza tregua, spalle al muro. Chi lo vedrà non potrà pentirsene. Al recensore che ha scritto "Ma la spettacolarizzazione offre scarsi spunti per risposte ad un dramma che ha falcidiato più di una generazione", voglio ribattere con le parole di Bob Dylan che risuonano anche nella sigla finale... Risposta non c'è, o forse chi lo sa, caduta nel vento sarà...
Che dire? il film è sicuramente interessante, anche se ho trovato i personaggi un po' troppo "glam", quanto ad abbigliamento, modi di fare, etc... mancava solo che andassero a rapinare la banca in zatteroni e eskimo.., davvero ci sono alcune sequenze in cui sembra più un documentario su un gruppo "kraut-rock" anni '70 che su un nucleo terrorista che ha tenuto in scacco la poizia tedesca per decenni.. forse c'è stato un po' di compiacimento da parte della regia e dei costumisti nel voler ricreare il look di quegli anni; se faccio il paragone con opere italiane come romanzo criminale e la meglio gioventù, beh, queste mi sembrano un po' più realistiche come "resa visiva"... forse da noi abbiamo alle spalle un lungo retroterra di fiction tv a cui attingere. contenuti: bene la ricostruzione del clima politico e della cultura sloganistica della sinistra estrema di quegli anni, dove ogni frase, ogni pensiero diventa un proclama politico, anche se l'immagine che ne esce fuori di questi militanti della raf è alla fine di intellettuali annoiati e un po' elitari, lontani dalla realtà... certo anche da noi, i vertici delle br erano in gran parte intellettuali, ma mi pare di ricordare che avessero una discreta base di affiliati nelle fabbriche; forse in germania era diverso, ma cmq dal film non si coglie... memorabile la sequenza "nudista" durante l'addestramento nel campo palestinese, loro fanno proprio la figura di quelli fuori dal mondo, dei fighettini litigiosi, ma se, ancora, parliamo di un'organizzazione che ha dato parecchio filo da torcere alla polizia, mi viene un dubbio, sarà stato davvero così??
Sulla scia di 'le vite degli altri' e 'quattro minuti' il cinema tedesco continua a guardarsi dentro... il resoconto questa volta avviene attraverso la rivisitazione del periodo delle lotte sociali, concomitanti nella quasi totalita' dei paesi occidentali... se in italia la politica della sinistra estrema sfocio' nelle "br", in germania la denominazione era "raf", e a parte il nome ed il territorio di appartenenza nulla li differenziava: nel pensiero, nei teoremi, nelle attivita'... nel film di uli edel viene descritta accuratamente nei particolari temporali e linguistici la nascita e la vita degli anni di piombo della germania ovest, da una parte i militanti anticapitalisti, dall'altra il sistema che li contrappone, attraverso le azioni effettuate da misteriosi individui (bruno ganz) dal vago ricordo "andreottiano"... l'analisi entra all'interno dell'opinione pubblica dell'epoca, sopratutto dentro l'ambiente degli studenti universitari, così da far emergere controversi spaccati, in cui in taluni momenti sembra esserci l'esaltazione dell'azione armata, tanto da giustificargli ogni operato, mentre in altri e' come uscire da un sogno e piombare inesorabilmente nella realta' fatta di tutt'altre necessita'... non casuale e' l'epilogo del film, l'assassinio dell'industriale da parte della cosidetta seconda generazione della raf, dove non si mostra un vero e proprio finale, in quanto la parola fine non puo' essere ancora pronuciata fintantoche' la coscienza collettiva non registrera' un sentore comune storico.