Il 68 rimane costantemente sullo sfondo, ma riportato in modo parziale. Forse è così che in un certo senso è stato vissuto anche dai ragazzi come Libero, Laura, Nicola.Tre personalità differenti, tre culture distanti che si incontrano, si confondono, cercano di trovare un senso proprio alla rivolta in atto. Per qualcuno si tratta di un problema sociale, per qualcun altro di ribellione alla famiglia conservatrice e cattolica, per qualcun altro un momento semplicemente più favorevole a spiccare il volo, a trovare un'opportunità da cogliere. Grandi sogni appunto. Realizzati o meno, alla fine del film, si esce dalla sala con una semplice osservazione: perchè oggi non lottiamo più per i nostri, di sogni?
Veramente orribile questo film, esattamente come l'interpretazione degli attori. Scamarcio è il solito cane, altro che attore teatrale... Il tema trattato è interessante ma il tutto si perde nelle vicende personali dei protagonisti, di cui non puo' fregarne di meno a nessuno. Meglio prendere un libro di storia e leggerselo.
Si ha come l'espressione che Placido abbia fatto una grande sintesi del Sessantotto, senza approfondire nulla. Alcuni temi restano sullo sfondo (come il tema degli scontri all'universita' con i fascisti, appena sfiorato). Inoltre, un ex celerino come lui avrebbe dovuto illustrare meglio gli scontri di piazza. Buona l'interpretazione del cast.